giovedì 21 gennaio 2010

PRECARIO

Maledetta pigrizia celata in uno sguardo e in quei ricordi esposti

nelle pieghe della memoria, come una piaga ardente, rivedo il

volto scuro di rabbia e la vergogna sotto i colpi all'ombra dei miei

pugni e poi il silenzio e la paura nell'insicuro sguardo che si rivolge

dentro, come la manica di una camicia riposta troppo in fretta e senza

cura alcuna, non c'è più il buio,adesso, ma solo tenerezza, e nel

silenzio urla la mano incerta nel tracciar segni sul foglio che li

attende, come il futuro che si confonde nel presente, così sottile,

le braccia stese lungo il corpo come rami secchi, fili spezzati senza

più corrente, risalgono alla mente le paure da un passato,uno dei

tanti che giace lì nell'attimo presente, con gli occhi che non sanno

più guardare.

In petto, come una porta chiusa, il cuore sbatte forte e

sembra fuggire via, e le gambe cominciano a scattare tirando calci al

vento, mentendo, sapendo che la fuga le ricondurrà in quel punto da

dove ebbe principio, come in un cerchio chiuso, senza scampo.

Precario è il mio respiro e sfuma in questo gelo, come si fa affannoso

quand'è caldo, precario su quel tetto è il mio destino, lavoro, casa, la

notte e il giorno, li ho riposti in tasca, vecchio mazzo di chiavi che

dorme e sogna di aprir porte e non lo sa più fare al suo risveglio.

M.

2 commenti:

amerigo pinelli - illustratore ha detto...

ciao marco, sei sempre bravissimoooooo!!!!

MARKUZ ha detto...

Amerigooo!!! Che piacere ritrovarti qui! Grazie per l'apprezzamento e devo dire sinceramente che i tuoi lavori mi piacciono tantissimo! Un abbraccio forte!!!